INFORMAZIONI PER I
CONSUMATORI
Frutta e verdura italiane avvelenate dal virus hsv – human slavery
virus.
Sì, dalla
schiavitù. E’ bene che chi ancora non lo sa, lo sappia.
Che lo sappiano quei milioni di italiani che quotidianamente a
mezzogiorno guardano le trasmissioni culinarie della televisione nelle
quali tra una canzoncina e una scaloppina si ripete in continuazione
quanto si deve comprare i frutti italiani, più buoni, più meglio. L’altro
giorno tra pentole e padelle è comparso anche il ministro Zaia,
tovagliolino verde, a cantare la stessa nenia.
Più fresco, più di stagione, più a km.0: tutto bello, ma quando
arance, mele e meloni, fragole, pomodori e olive, perfino le carote sono
raccolte fra lacrime sudore e sangue, tutto questo è contaminato dal
peggiore dei veleni il cui vettore è sempre l’ignoranza e l’indifferenza.
Che dire ancora dopo Rosarno che già la BBC aveva mostrato in un
servizio video il 25 febbraio 2009?
E prima di quello, Medici senza frontiere nel 2005 avevano già
documentato tutto con una ricerca intitolata “I frutti
dell’ipocrisia”, poi nel 2006 Fabrizio Gatti, giornalista
dell’Espresso aveva scritto “Io schiavo in Puglia". Sfruttati.
Sottopagati. Alloggiati in luridi tuguri. Massacrati di botte se
protestano. Diario di una settimana nell’inferno. Tra i braccianti
stranieri nella provincia di Foggia”. Un resoconto agghiacciante che
avrebbe dovuto far aprire inchieste, sollecitare indagini, portare a
denunce.
Nulla.
Lo schema è semplice. Masse umane, da usare affinché il costo
del lavoro sia pressoché zero per guadagnare poi sui prezzi di
vendita; perché i pelati che compri dagli scaffali a 3 euro possano
essere pagati ai produttori a 4 centesimi. Uomini e donne da tenere sotto
il ricatto dell’espulsione, con l’applicazione più o meno rigorosa
di leggi disumane, a seconda delle necessità economiche del momento ben
compensate dalla realizzazione dei CIE quali serbatoi-lager di
corpi senza diritti. Umanità da additare come l’origine dei mali del
mondo sicchè il beota di turno possa sbroccare nel razzismo
che ha imparato a memoria da chi lo governa, che intanto, economicamente
sta fottendo pure lui che lo vota contento.
Il sistema è perfetto. Ci guadagnano tutti. L’economia che paga
poco e incassa molto, con la possibilità di mantenere per tutti,
immigrati e no, salari da fame [e via a fare la caccia agli stranieri e
non ai padroni!]; i parassiti collaterali come gli imprenditori agricoli
che dopo l’utilizzo di manodopera in regime di schiavitù si mette in coda
per i contributi di Bruxelles, i parassiti istituzionali, i gestori dei
CIE che con i loro 79,00 euro per persona nei geli dell’inverno non danno
né riscaldamento né una coperta, e, più di tutti, i politici che
titillando il razzismo del popolo idiota incassano voti.
Maroni è mitico quando afferma che si è usata troppa tolleranza con gli
stranieri, non per dire di tutto il bestiario razzista che
lui e i suoi amici-camerati sono riusciti a pensare in termini di
ordinanze tra le più grottesche per impedire di vivere a chi non è nato
col sole delle alpi stampato in fronte, ma perché non è stato
capace di fare neanche un pensierino piccino picciò sul lavoro
nero, su chi lo gestisce e lo organizza, e siccome “chi
tace acconsente” è come se un ministro ci venisse a dire che questo
è legittimo e normale, che così si fa. Bene! Bravo!
Sacconi, ministro del lavoro, dove sei? A contare le dosi di vaccino
contro il virus h1n1 da rivendere (scaduto e inefficace?) ai paesi dai
quali gli immigrati provengono e ai quali così amabilmente sul suolo
italico rifiutate ogni cura?
Ministro Zaia, molla il mestolo della “Prova del cuoco”, affronta
la prova del fuoco del bracciantato schiavizzato che tinge il succo di
ogni arancio tarocco di sangue e vergogna!
E poi, dulcis in fundo, in un comune sciolto per mafia sulla
“Repubblica” di oggi 9 gennaio ci dice che :”In ambienti investigativi si
fa anche notare che dove ci sono soldi, soprattutto in certe realtà, c’è
anche la ‘ndrangheta.” Vhuauu! Anzi, ancora meglio, in questo ore si sta
mettendo a punto la quadratura del cerchio: sarebbe la ‘ndrangheta
ad aver manovrato la protesta degli immigrati e poi quella dei cittadini
di Rosarno; non a caso nel giorno in cui i ministri Roberto Maroni ed
Angelino Alfano, annunciavano nuove misure (aspettiamo ancora di sapere
quali -chissà che dirompenti!) contro le cosche dopo la bomba esplosa
alla Procura generale, altrimenti non si spiegherebbe perché: -testuali
parole- “un fatto apparentemente casuale e privo di gravi
conseguenze, come i due immigrati feriti da un fucile a pallini per
un "motivo banale", possa avere provocato una reazione
tanto violenta”.
Tutto, perfino un’apparente lotta a ’ndrangheta e compagnia bella
pur di non toccare il cuore del problema di un’”economia” che si regge su
sfruttamento, caporalato e lavoro nero che deve rimanere com’è, e
com’è rimarrà rimpiazzando semplicemente gli schiavi.
Intanto questi li si deporta e si pensa a qualche altra nuova crudeltà
che dia soddisfazione al popolo nero-verde. Alle cosche per le quali si
stanno aprendo le autostrade delle grandi opere che le portano alla
grande da sud a nord , si penserà poi … magari un po’, non troppo, non in
modo radicale, soprattutto senza toccare gli apici vegetativi collocati
nei punti giusti del potere.
Al lavoro nero, allo sfruttamento e alla schiavitù non si penserà affatto
perché se non se ne parla non esiste.
Noi però sappiamo che c’è, perciò per i prodotti della mitica tradizione
italiana proponiamo un nuovo bollino qualità doc: raccolto in
schiavitù.
Redazione di Zardins
magnetics
Dumbles – feminis furlanis libertaris
CSA Udine
10 gennaio 2010
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