APPUNTI SUL TAV

APPUNTI SUL TAV

TRIVELLA E MANGANELLO
 500 uomini tra agenti di polizia, carabinieri e finanzieri;
oltre a celerini torinesi,  uomini dei Reparti Mobili provenienti da
Genova, Catania, Cagliari e Palermo, due compagnie del Battaglione di
Moncalieri e due provenienti dal Battaglione Liguria; 20 finanzieri del
gruppo Torino, più altri 50 precettati dalle strutture della Valle
d’Aosta, di Milano, Genova e Firenze … (da Torino Cronaca 12.01.’10).
Tanto è stato necessario schierare in Val di Susa per far andare la
trivella a prendere le carote qua e là, far finta di fare un lavoro serio
e dissimulare la foia di spartirsi le fette della “grossa grassa torta
del TAV
”.
Il bastone e il carotaggio, e poi alla fine sono andati di notte “come i
ladri e i malfattori”.

AVATAV
Dopo la manifestazione dei quarantamila No TAV c’è stata la
manifestazione, cioè il convegno degli scarsi ottocento (?) Sì TAV
organizzato assieme da PD-PDL ma presenziato solo dai PD ovvero gli
avatar * del PDL.[*nel gergo di internet si intende che una persona reale
che scelga di mostrarsi agli altri, lo faccia attraverso una propria
rappresentazione, un’incarnazione: un avatar appunto]
“Vai avanti tu che a me viene da ridere”; più o meno così….

CUI PRODEST?
Nel frattempo durante la notte viene incendiato il presidio di
Borgone siglato con scritte Sì TAV; il giorno dopo Chiamparino riceve il
solito bossolo nella busta.
Chissà perché ci viene in mente la “dottrina Kossiga”; quella
dell’infiltrazione per alzare il livello di scontro, agitare la paura,
creare disordine e legittimare la repressione di ogni protesta.
In Italia, tutto già visto

STATO CONFUSIONALE
TAV a Nordest
Venerdì 29 gennaio avrebbe dovuto tenersi a Trieste un altro incontro
della Commissione Intergovernativa Italia-Slovenia, ma quest’ultima ha
chiesto altro tempo per analizzare le nuove variazioni di tracciato
proposte dall’Italia. Pare che questo sia più “alto” rispetto a quello
precedente che contemplava una galleria nel Carso (ovvero un buco tra i
buchi). Non ci è dato capire che significhi “più alto”, ma si capisce che
non sanno ancora bene cosa fare.
Intanto fanno carte false cioè vecchie, infatti, come già visto per la
tratta Portogruaro-Ronchi,  “I progettisti del Tav, nel complesso
della documentazione progettuale riguardante il tratto transfrontaliero
Trieste-Divaccia, hanno utilizzato carte corografiche obsolete o
quantomeno risalenti ai primi anni ’60”, così, tanto per non vedere
troppe case da buttar giù… già che ci sono,   potrebbero anche
far finta  che il Carso triestino sia un bel cubo di marmo …
Qualche tempo fa poi, c’era stato il “giallo”  del viceministro
Castelli il quale a Brdo, alle porte di Lubiana, al summit
interministeriale italo-sloveno discutendo con l’omologo sloveno, si
dice,  ”affondò” a parole la Trieste-Divaccia: adducendo motivi
economici, ambientali, di consenso; di più; il viceministro leghista si
disse pronto ad andare sino in fondo affinché il ministro Altero Matteoli
e l’intero governo rinunciassero al progetto.
Al che l’Alunni Barbarossa (consigliere regionale dei Cittadini per il
presidente), preoccupato,  aveva subito interrogato Riccardi il
quale a domanda risponde: ““La Tav tra Trieste e Divaccia è una priorità
per il Governo e per la Regione, siamo al lavoro per evitare i rischi di
un’altra Val di Susa”… “e poi, tutto il progetto non sarebbe garantito se
non si intervenisse sull’attuale tracciato“.
Ci viene in mente Dipiazza sindaco di Trieste che a suo tempo, aveva
sbeffeggiato la grande opera definendo i progettisti del TAV: “… Quattro
cretini che hanno tirato una riga da qua a Lubiana.” aggiungendo poi
con  viscida malignità  che “…Il problema di questo Paese è che
interessano di più i 50 milioni di euro stanziati per il progetto
rispetto alla sua effettiva realizzabilità». E’ solo una parentesi,
naturalmente, lui è gasato con altri progetti.
Intanto Digos e compagnia briscola, si prendono per tempo e appena vedono
sventolare una bandiera NO TAV vanno in automatico con identificazioni
intimidatorie, schedature e monitoraggio stretto del movimento. E’
accaduto anche sabato 23 gennaio alla fine del presidio organizzato dal
CSA di Udine anche in solidarietà con la manifestazione della Val Susa …
non si sa mai.

Nel frattempo, nel paese, neanche facessero apposta per darci ragione, i
treni normali continuano a non funzionare, anzi vanno sempre peggio; oggi
apprendiamo che pure il “treno della memoria” quello che ha portato in
visita gli studenti lombardi ad Auschwitz, al ritorno si è guastato, è
rimasto fermo e pure  il riscaldamento si è rotto; meno 25° fuori
nella fredda Slovacchia, meno 18° dentro. Il “mea culpa” questa volta rfi
ha potuto alleggerirlo trasferendo la responsabilità un po’ ai cechi, un
po’ ai polacchi. … chissà se anche loro dirottano i soldi verso il
TAV?!…

28 gennaio 2010