ESSENDO CHE…
… essendo che
tutta la materia è fatta di atomi, Berlusconi deve aver pensato, e lo ha pure detto, che l’energia atomica si ottiene dalla “scomposizione delle cellule“. Non hanno forse un nucleo anche loro?
La rivelazione scientifica è del 2008; ma il nostro nanofisico, già nel 2007 aveva curato la presentazione al libro del nuclearista nazionale Franco Battaglia: “L’illusione dell’energia dal sole”, preludio al suo successivo “Energia nucleare? Sì, per favore…” del 2009.
Essendo che qualsiasi nuclearista di fede e convinzione con un tale portabandiera fa una meschina figura, abbiamo provato a pensarci in veste di nucleariste serie e, indovinate un po’… siamo arrivate alla conclusione che: in Italia MAI!!! Ma mai, mai e poi mai!
Perché fare il nucleare in Italia, corrisponde a premeditare un crimine.
Essendo che ci troviamo con una classe politica di cialtroni -ultimo tal Beltrandi, radicale (quelli che hanno sempre richiesto l’election day) in casa Pd che vota col Pdl per affossare l’election day e boicottare il referendum sul ritorno al nucleare che segue ad un referendum sul nucleare che nel 1987 (non la fine degli anni ‘70, Caro Silvio… e giù bacchettate anche in storia…) aveva già detto la sua.
Essendo che questa classe politica è anche di incoscienti, che mentre tutti i paesi si interrogavano sui problemi di sicurezza, qui se ne esce una ministra-per-caso a dire “il nostro programma non cambia”, rinforzata dal lanciatore di anatemi Sacconi che scaglia un “Guai a noi se ci fermassimo!…” contornato dal coro degli irradiati della struttura Delta: Cicchitto, che: “non è che si può cambiare idea ogni minuto“; Gasparri, che: “anche le dighe sono pericolose”…
Ed essendo che cialtroneria e incoscienza fanno il paio con furbizia, ecco emergere Saglia il sottosegretario, con la buffonata che il nucleare si fa solo nelle regioni che lo accettano.
In realtà lo Stato è sì obbligato a cercare l’accordo, ma il parere degli enti locali non è vincolante. Punto. Il governo può dunque, se vuole – dandone motivazione – tirare diritto e ciao. Un po’ come quello che sta accadendo con le consultazioni fasulle sul TAV qui da noi. Si convocano governatori e sindaci amici (e chi non lo è all’odor di monetizzazione?), si spara qualche dato suppergiù e si conquista il consenso. Detto fatto, ecco il ministro Romani avanzare con la busta. A suo tempo già il redivivo Scaiola, quello che qualcuno gli aveva pagato la casa a sua insaputa (uomo fortunato!), aveva prospettato bollette basse (e tumori gratis aveva chiosato qualche simpatica blogger…) per chi avrebbe ospitato le centrali.
Essendo che qualche giorno fa, abbiamo assistito al primo “golpino” nucleare…, proprio in nome della trasparenza: dal decreto sul nucleare (quello che definirà i siti) -che deve essere approvato entro il 23 marzo-, sono spariti i commi che fissavano i criteri di pubblicità circa le valutazioni sulle aree idonee. I parametri di tipo tecnico-scientifico per la scelta dei siti avrebbero dovuto essere pubblicati sui siti internet di tre ministeri, dell’Agenzia per il nucleare e su almeno cinque quotidiani a diffusione nazionale. Questo perché gli enti locali possano formulare le proprie obiezioni; ebbene …phfluff… commi dissolti, svaniti, svaporati.
Essendo che il nucleare è stato rilanciato da questa sgangherata compagine che non sa come trattare e dove mettere i rifiuti di casa, non sa gestire un paese che frana ad ogni pioggerellina primaverile e si alluviona ad ogni rovescio autunnale; non sa ricostruire senza fare disastri, non sa fare un’opera pubblica che si possa dire è fatta bene… E siamo buone perché abbiamo scritto “non sa” e non “non vuole”. Limitiamoci all’ignoranza, facciamo finta che non sia in copula con l’ingordigia, la mafia, il malaffare e la ‘ndrangheta sulla quale la magistratura ha aperto fascicoli e sciolto pubbliche amministrazioni in lungo e in largo.
Essendo però che siamo nel paese del calcolo economico-politico e degli interessi ad personam, prima viene il business in generale, (lobby e industriali) poi il tornaconto in particolare (a me, a te, a noi…) la sicurezza viene ultima e l’Italian Style è garanzia meno che mai, già a cominciare dal fatto che le nostre future centrali sono i bidoni che Silvio ha comprato dai francesi i quali possono rifilarci quello che vogliono dal momento che detengono la metà dei titoli di stato italiani che è come dire la metà di questo paese.
Infine, essendo che dopo alcuni giorni di trance atomica, tutti quelli di cui sopra hanno incominciato a mettere il piedino sul freno; il sì, sì, sì è diventato ma, mi, mo, con lo stridore finale della ministra-per-caso che in transatlantico fuorionda ha gorgogliato: “Basta, non possiamo perdere le elezioni per il nucleare”, essendo che in Italia la sicurezza è funzione dei sondaggi.
Questo è. Se i sondaggi sono buoni, sicurezza o non sicurezza, si procede; i sondaggi buttano male, si aspettano tempi migliori.
Follia pura!
Allora, essendo così, quale nuclearista serio può pensare che l’Italia sia un paese sufficientemente serio per poter costruire e gestire in sicurezza una centrale nucleare?
Non osiamo pensare la tutela della salute nel malaugurato caso di un incidente atomico nel paese dove i terremotati devono arrangiarsi da soli e gli alluvionati anche, perfino se sono veneti.
Nell’iconografia antinucleare dei tempi di Chernobyl girava l’immagine di una centrale nucleare avviluppata in un condom per contenere la fuga radioattiva… ecco, forse quello, Vaticano permettendo…
Ci chiediamo dove pensa di vivere Magherita Hack che si definisce ambientalista per il nucleare. E’ meglio che si dedichi agli astri del cielo e al colibrì Silvio. Noi l’apprezzeremmo di più come anticlericale a tempo pieno che come orrendo ibrido ambientalista-nuclearista.
Che il percorso ambientalismo=energia pulita=nucleare è, ci sia permesso il francesismo, una stronzata che nessun ambientalista serio concepirebbe.
Nella relazione di uguaglianza, il primo termine fa a pugni con l’ultimo perché quello in mezzo, e lo sanno anche i bambini, tiene pulita l’aria (se non succede come a Chermobyl o in Giappone) ma lascia scorie sporche e pericolose che neanche Matusalemme nella sua lunga vita riuscirebbe a smaltire.
E poi guarda, paradossalmente, l’energia pulita è più vicino allo strafalcione di Silvio, nel senso che ci sono sì cellule che convertono energia, con i loro organelli, la prendono dal sole, e la usano per sé e sono le cellule vegetali. Qualcosa in questo senso, se pur ancora lontani dalla meraviglia della fotosintesi, ha imparato a fare anche la tecnologia umana con le energie alternative, ma guarda caso, proprio adesso il nucleo governativo nucleare ha prima tagliato e poi ridotto gli incentivi al fotovoltaico.
Qualcuno suggerisce che sia il risultato delle pressioni dei grandi produttori energetici italiani che, per via della crisi hanno centrali a gas inattive, che se continua così rischiano di non riaprire e che l’elettricità derivante da sole e vento (che ha la precedenza di immissione in rete su quella da fossili) nel frattempo cresciuta, rischia di rendere inutili.
A guardarla così non c’è nemmeno un problema energetico e se cè è piuttosto quello inverso, non dell’aumento di energia ma della riduzione dei consumi. Ovvero, quando le cose semplici e giuste sono le più difficili da fare, sicchè nel paese del sole dobbiamo dire “nucleare, per favore!”.
Robe da indurci una sconsolata scomposizione cellulare e, ahinoi, malgrado la scoperta di Silvio, senza alcun ritorno energetico.
Del nucleare, a suo tempo, ne avevamo parlato qui e qui.