immagine storiche di 22 anni di occupazione.
Trasmissione del 21 gennaio 2010
January 22nd, 2010 — Nostra rete
immagine storiche di 22 anni di occupazione.
AIUTO LA BIRO!!!!LE RONDE VERDI VANNO IN BIANCO E TIRANO FUORI LA SICUREZZA IN ROSA
January 22nd, 2010 — Nostra rete
AIUTO!!!! … LA BIRO!
Le ronde verdi vanno in
bianco allora ci provano con la "sicurezza in rosa"
… I CIELODURISTI
tirano fuori la biro.
I leghisti regionali capitanati
da Danilo Narduzzi vorrebbero omaggiare le donne della regione
della penna antiaggressione
che, azionata all’occorrenza, smette di scrivere e nebulizza peperoncino
in faccia ad aggressori e malintenzionali.
Non è una novità, ci
avevano già provato su altre piazze, come campagna pre elettorale nella
golosa data dell’8 marzo 2008 con la bomboletta spray.
Ora torna in edizione
ridotta, intanto per le donne di Trieste.
Tutte? Solo le residenti?
E residenti da quanti anni? A quelle di origine slava? A quelle di pelle
scura? Mmm… solo se hanno fatto lampade o preso sole a Barcola,
altrimenti potrebbero essere clandestine e allora non quaglia poiché
il "nostro" capogruppo è stato propositore della chiusura
degli ambulatori per le cure ai clandestini. Esso così disse: "Regalare
prestazioni mediche ai clandestini è abominevole dal punto di vista
concettuale".
Così per non configurarsi
come l’abominevole uomo delle cure, ma nemmeno come impietoso essere
indifferente alle patologie, si prodigò per proporre l’obbligo di
screening per la TBC nei CIE poiché disse e giurò : « è una
misura a tutela della salute dei cittadini e degli stessi immigrati
irregolari». Infatti "… il flusso immigratorio in Italia,
composto prevalentemente da persone provenienti dall’Europa dell’Est
e dall’Africa, potrebbe contribuire ad innalzare il rischio di contagio
e di diffusione della malattia". Untori tiè!
Allora: i cacciatori dei
bacilli extracomunitari, regaleranno la Pen Defender realizzata in alluminio
militare, griffata con il logo della LN-FVG anche alle donne clandestine
molto apprezzate se lavoranti in nero maggiormente sfruttabili
nelle case o negli opifici italiani, che pure rischiamo di ammalarsi,
patire e talvolta morire senza che il mondo sappia nulla di loro e delle
loro pene?
Busillis: hanno
diritto all’autodifesa coloro cui non viene riconosciuto il diritto
alla salute?
Hanno diritto alla sicurezza
coloro che sono bersaglio dell’orgia di cattiveria delle ordinanze
creative?
Ci sembra logico che no.
La "sicurezza in rosa" non è per loro.
E’ per quelle che usano
Lactacyd intimo, il detergente contro i bacilli vaginali e a favore
delle ronde. Girava in rete qualche tempo fa questo orrendo spot pubblicitario
che, prima di mostrare il vasetto con il fluido antibatterico, mostrava
il volto sorridente, virato in rosa, della donna disinfettata e diceva:
"42 donne su 100 si sentirebbero più sicure con le ronde cittadine".
La sicurezza artefatta
è un chupa chups long-lasting; è ancora la parola magica che fa vendere
tutto, dalle mutande per incontinenze urinarie al tampone politico per
perdite di sicurezza, appunto; una penna un voto … e allora
tutti a colorare la realtà come conviene …
I/le nostri/e regionali
non ci hanno ancora omaggiato (per fortuna!) di alcuno spot visual/creativo
sulla violenza contro le donne come invece hanno fatto i giovani
padani di Cremona sensibili all’otto marzo; dove, tra volti di donna
tumefatti, un bruto in azione (un nero naturalmente), il volto di Giovanna
Reggiani, sfilano ritagli di giornali con violenze tutte attribuite
e compiute da rom, nonché, una ragazza in minishorts verdi rannicchiata
sulle scale inquadrata lato coscia, così tanto per non appesantire
troppo l’occhio di chi guarda.
Brutto, anche se le intenzioni
fossero state oneste, brutto comunque perché viziato; non occorre uno
strizzacervelli (quali?) per capire che qui la violenza contro le donne
è la leva per alzare l’odio contro lo straniero; come in Friuli
l’omicidio di Sanaa da parte del padre fu usato dall’elargitore
di penne per chiedere il censimento degli islamici in regione affinchè
disse: "sia realizzata una mappa del pericolo".
Purtroppo per lui, il
pericolo per le donne viene soprattutto da altre parti.
Se i giovani padani sono
capaci di leggere e scrivere sanno che l’ottanta per cento delle
violenze contro le donne accade in famiglia e non per strada ad opera
di stranieri.
Non occorre dire nient’altro
se non che la strumentalizzazione aggiunge violenza a violenza.
Poi, non vorremmo mica
pensare che il chiasso contro gli stranieri e il silenzio per i nostrani
corrisponda implicitamente ad una legittimazione per le malagrazie di
questi ultimi no?
Ah!: poiché riteniamo
aggressioni anche le espressioni verbali da frasario sessista, se ci
capiterà tra le mani il magnifico gadget propagandistico lo useremo
– lato biro – per stigmatizzare la mai rinnegata esaltazione celodurista
[astratto formato mediante univerbizzazione dall’espressione ce l’ho
duro (locuzione popolare per "sono in stato di erezione"),
utilizzata a partire dagli anni ’90 dal leader della Lega Nord, Umberto
Bossi, per indicare, con un lessico gergale, una pretesa specificità
"virile" del suo partito].
Dopo le partìn cjase,
in famee; no si sa mai che ‘o vedin di doprâle, propi lì, tal
côr da tradizion … lato spray.
Dumbles-feminis furlanis libertaris,
21 gennaio 2010
SABATO 23 GENNAIO 2010 PRESIDIO IN SOLIDARIETA’ AL CENTRO SOCIALE AUTOGESTITO
January 20th, 2010 — Nostra rete
SABATO 23 GENNAIO
PRESIDIO IN CENTRO A UDINE
PIAZZETTA DEL LIONELLO ORE 17-19
CONTRO LO SGOMBERO DEL CSA, A SOSTEGNO DEI DENUNCIATI PER L’OCCUPAZIONE DI VIA SCALO NUOVO
(la prossima udienza del processo ai primi 36 è prevista per il 29 gennaio)
CONTROINFORMAZIONE, PROIEZIONE DELLE IMMAGINI PIU’ SIGNIFICATIVE DI 22 ANNI DI AUTOGESTIONE
Intanto
abbiamo incassato la prima assoluzione !!
ieri mattina (19 gennaio) è stato
prosciolto davanti al GIP del Tribunale dei minori di Trieste, PERCHE’ IL FATTO
NON SUSSISTE, il ragazzo la cui posizione era stata stralciata dal
processo per l’occupazione, in quanto minorenne alla data del 2 giugno
2006
Trasmissione del 14 gennaio 2010
January 17th, 2010 — Nostra rete
sotto)
LO SGOMBERO NON FERMA LE INIZIATIVE DELLO SCALO !!
January 11th, 2010 — Nostra rete
IN PREPARAZIONE…
INIZIATIVE DI CONTROINFORMAZIONE
prima della prossima udienza (29.1) del processo ai 36 denunciati
per l’occupazione di via Scalo Nuovo
————————–
SERATA DI SOLIDARIETA’
CON IL CSA SGOMBERATO
proseguire su viale venezia oltrepassando S.Caterina Pasian di Prato e
dopo Campoformido prendere per Latisana-Portogruaro(dopodichè seguire
per Latisana-Portogruaro e poi sempre dritti fino a quando trovate la
segnalazione per Rivignano-Teor, seguite l’indicazione(cioè girate a
sx)poi sempre dritti, oltrepassate il semaforo, il posto si troverà
immediatamente dopo alla vostra sx.
Il posto si chiama Ass. Tròis, c/o "Ex Osteria Alle Piramidi".
INFORMAZIONI PER I CONSUMATORI Frutta e verdura italiane avvelenate dal virus hsv – human slavery virus.
January 10th, 2010 — Nostra rete
INFORMAZIONI PER I
CONSUMATORI
Frutta e verdura italiane avvelenate dal virus hsv – human slavery
virus.
Sì, dalla
schiavitù. E’ bene che chi ancora non lo sa, lo sappia.
Che lo sappiano quei milioni di italiani che quotidianamente a
mezzogiorno guardano le trasmissioni culinarie della televisione nelle
quali tra una canzoncina e una scaloppina si ripete in continuazione
quanto si deve comprare i frutti italiani, più buoni, più meglio. L’altro
giorno tra pentole e padelle è comparso anche il ministro Zaia,
tovagliolino verde, a cantare la stessa nenia.
Più fresco, più di stagione, più a km.0: tutto bello, ma quando
arance, mele e meloni, fragole, pomodori e olive, perfino le carote sono
raccolte fra lacrime sudore e sangue, tutto questo è contaminato dal
peggiore dei veleni il cui vettore è sempre l’ignoranza e l’indifferenza.
Che dire ancora dopo Rosarno che già la BBC aveva mostrato in un
servizio video il 25 febbraio 2009?
E prima di quello, Medici senza frontiere nel 2005 avevano già
documentato tutto con una ricerca intitolata “I frutti
dell’ipocrisia”, poi nel 2006 Fabrizio Gatti, giornalista
dell’Espresso aveva scritto “Io schiavo in Puglia". Sfruttati.
Sottopagati. Alloggiati in luridi tuguri. Massacrati di botte se
protestano. Diario di una settimana nell’inferno. Tra i braccianti
stranieri nella provincia di Foggia”. Un resoconto agghiacciante che
avrebbe dovuto far aprire inchieste, sollecitare indagini, portare a
denunce.
Nulla.
Lo schema è semplice. Masse umane, da usare affinché il costo
del lavoro sia pressoché zero per guadagnare poi sui prezzi di
vendita; perché i pelati che compri dagli scaffali a 3 euro possano
essere pagati ai produttori a 4 centesimi. Uomini e donne da tenere sotto
il ricatto dell’espulsione, con l’applicazione più o meno rigorosa
di leggi disumane, a seconda delle necessità economiche del momento ben
compensate dalla realizzazione dei CIE quali serbatoi-lager di
corpi senza diritti. Umanità da additare come l’origine dei mali del
mondo sicchè il beota di turno possa sbroccare nel razzismo
che ha imparato a memoria da chi lo governa, che intanto, economicamente
sta fottendo pure lui che lo vota contento.
Il sistema è perfetto. Ci guadagnano tutti. L’economia che paga
poco e incassa molto, con la possibilità di mantenere per tutti,
immigrati e no, salari da fame [e via a fare la caccia agli stranieri e
non ai padroni!]; i parassiti collaterali come gli imprenditori agricoli
che dopo l’utilizzo di manodopera in regime di schiavitù si mette in coda
per i contributi di Bruxelles, i parassiti istituzionali, i gestori dei
CIE che con i loro 79,00 euro per persona nei geli dell’inverno non danno
né riscaldamento né una coperta, e, più di tutti, i politici che
titillando il razzismo del popolo idiota incassano voti.
Maroni è mitico quando afferma che si è usata troppa tolleranza con gli
stranieri, non per dire di tutto il bestiario razzista che
lui e i suoi amici-camerati sono riusciti a pensare in termini di
ordinanze tra le più grottesche per impedire di vivere a chi non è nato
col sole delle alpi stampato in fronte, ma perché non è stato
capace di fare neanche un pensierino piccino picciò sul lavoro
nero, su chi lo gestisce e lo organizza, e siccome “chi
tace acconsente” è come se un ministro ci venisse a dire che questo
è legittimo e normale, che così si fa. Bene! Bravo!
Sacconi, ministro del lavoro, dove sei? A contare le dosi di vaccino
contro il virus h1n1 da rivendere (scaduto e inefficace?) ai paesi dai
quali gli immigrati provengono e ai quali così amabilmente sul suolo
italico rifiutate ogni cura?
Ministro Zaia, molla il mestolo della “Prova del cuoco”, affronta
la prova del fuoco del bracciantato schiavizzato che tinge il succo di
ogni arancio tarocco di sangue e vergogna!
E poi, dulcis in fundo, in un comune sciolto per mafia sulla
“Repubblica” di oggi 9 gennaio ci dice che :”In ambienti investigativi si
fa anche notare che dove ci sono soldi, soprattutto in certe realtà, c’è
anche la ‘ndrangheta.” Vhuauu! Anzi, ancora meglio, in questo ore si sta
mettendo a punto la quadratura del cerchio: sarebbe la ‘ndrangheta
ad aver manovrato la protesta degli immigrati e poi quella dei cittadini
di Rosarno; non a caso nel giorno in cui i ministri Roberto Maroni ed
Angelino Alfano, annunciavano nuove misure (aspettiamo ancora di sapere
quali -chissà che dirompenti!) contro le cosche dopo la bomba esplosa
alla Procura generale, altrimenti non si spiegherebbe perché: -testuali
parole- “un fatto apparentemente casuale e privo di gravi
conseguenze, come i due immigrati feriti da un fucile a pallini per
un "motivo banale", possa avere provocato una reazione
tanto violenta”.
Tutto, perfino un’apparente lotta a ’ndrangheta e compagnia bella
pur di non toccare il cuore del problema di un’”economia” che si regge su
sfruttamento, caporalato e lavoro nero che deve rimanere com’è, e
com’è rimarrà rimpiazzando semplicemente gli schiavi.
Intanto questi li si deporta e si pensa a qualche altra nuova crudeltà
che dia soddisfazione al popolo nero-verde. Alle cosche per le quali si
stanno aprendo le autostrade delle grandi opere che le portano alla
grande da sud a nord , si penserà poi … magari un po’, non troppo, non in
modo radicale, soprattutto senza toccare gli apici vegetativi collocati
nei punti giusti del potere.
Al lavoro nero, allo sfruttamento e alla schiavitù non si penserà affatto
perché se non se ne parla non esiste.
Noi però sappiamo che c’è, perciò per i prodotti della mitica tradizione
italiana proponiamo un nuovo bollino qualità doc: raccolto in
schiavitù.
Redazione di Zardins
magnetics
Dumbles – feminis furlanis libertaris
CSA Udine
10 gennaio 2010
S
Trasmissione del 07 gennaio 2010
January 8th, 2010 — Nostra rete
DOPO IL PIGNARUL LA LOTTA CONTINUA
January 7th, 2010 — Nostra rete
DOPO IL PIGNARUL LA LOTTA CONTINUA
Riuscitissimo il “pignarûl” realizzato
questa sera di fronte al Centro sociale “sequestrato” di via Scalo
nuovo. Presenti duecento compagni e solidali da Udine e da tutta la
regione. Dopo aver vinto la neve nel corteo del 19 dicembre, aver
superato la pioggia nel presidio del 30 dicembre, oggi ci siamo
scaldati dal freddo col fuoco, con il brulè e con il calore delle
nostre idee. Durante gli interventi politici che si sono susseguiti
oltre che dello sgombero del CSA e della repressione in Friuli si è
anche parlato del caso di Luca Tornatore, ancora detenuto a Copenhagen
La lotta per la riapertura di uno spazio autogestito a Udine continua.
A breve nuove iniziative…
6 GENNAIO PIGNARUL CONTRO SGOMBERI E REPRESSIONE
January 4th, 2010 — Nostra rete
IL CORTEO a UDINE CONTRO SGOMBERI E REPRESSIONE SI E’ SVOLTO NONOSTANTE TUTTO!!!
December 20th, 2009 — Nostra rete
Nonostante le condizioni atomsferiche abbiano impedito a molti compagni e solidali di arrivare a Udine al raggiungimento di un buon numero di partecipanti al presidio nel luogo del concentramento e’ stata presa la decisione di partire comunque in corteo di circa 300 persone.
Ringraziamo Radio Black out per la diretta dal corteo e Radio onde friulane per l’intervista sui 22 anni di autogestione andata in onda sabato mattina.
Galleria fotografica: