AIUTO!!!! … LA BIRO!
Le ronde verdi vanno in
bianco allora ci provano con la "sicurezza in rosa"
… I CIELODURISTI
tirano fuori la biro.
I leghisti regionali capitanati
da Danilo Narduzzi vorrebbero omaggiare le donne della regione
della penna antiaggressione
che, azionata all’occorrenza, smette di scrivere e nebulizza peperoncino
in faccia ad aggressori e malintenzionali.
Non è una novità, ci
avevano già provato su altre piazze, come campagna pre elettorale nella
golosa data dell’8 marzo 2008 con la bomboletta spray.
Ora torna in edizione
ridotta, intanto per le donne di Trieste.
Tutte? Solo le residenti?
E residenti da quanti anni? A quelle di origine slava? A quelle di pelle
scura? Mmm… solo se hanno fatto lampade o preso sole a Barcola,
altrimenti potrebbero essere clandestine e allora non quaglia poiché
il "nostro" capogruppo è stato propositore della chiusura
degli ambulatori per le cure ai clandestini. Esso così disse: "Regalare
prestazioni mediche ai clandestini è abominevole dal punto di vista
concettuale".
Così per non configurarsi
come l’abominevole uomo delle cure, ma nemmeno come impietoso essere
indifferente alle patologie, si prodigò per proporre l’obbligo di
screening per la TBC nei CIE poiché disse e giurò : « è una
misura a tutela della salute dei cittadini e degli stessi immigrati
irregolari». Infatti "… il flusso immigratorio in Italia,
composto prevalentemente da persone provenienti dall’Europa dell’Est
e dall’Africa, potrebbe contribuire ad innalzare il rischio di contagio
e di diffusione della malattia". Untori tiè!
Allora: i cacciatori dei
bacilli extracomunitari, regaleranno la Pen Defender realizzata in alluminio
militare, griffata con il logo della LN-FVG anche alle donne clandestine
molto apprezzate se lavoranti in nero maggiormente sfruttabili
nelle case o negli opifici italiani, che pure rischiamo di ammalarsi,
patire e talvolta morire senza che il mondo sappia nulla di loro e delle
loro pene?
Busillis: hanno
diritto all’autodifesa coloro cui non viene riconosciuto il diritto
alla salute?
Hanno diritto alla sicurezza
coloro che sono bersaglio dell’orgia di cattiveria delle ordinanze
creative?
Ci sembra logico che no.
La "sicurezza in rosa" non è per loro.
E’ per quelle che usano
Lactacyd intimo, il detergente contro i bacilli vaginali e a favore
delle ronde. Girava in rete qualche tempo fa questo orrendo spot pubblicitario
che, prima di mostrare il vasetto con il fluido antibatterico, mostrava
il volto sorridente, virato in rosa, della donna disinfettata e diceva:
"42 donne su 100 si sentirebbero più sicure con le ronde cittadine".
La sicurezza artefatta
è un chupa chups long-lasting; è ancora la parola magica che fa vendere
tutto, dalle mutande per incontinenze urinarie al tampone politico per
perdite di sicurezza, appunto; una penna un voto … e allora
tutti a colorare la realtà come conviene …
I/le nostri/e regionali
non ci hanno ancora omaggiato (per fortuna!) di alcuno spot visual/creativo
sulla violenza contro le donne come invece hanno fatto i giovani
padani di Cremona sensibili all’otto marzo; dove, tra volti di donna
tumefatti, un bruto in azione (un nero naturalmente), il volto di Giovanna
Reggiani, sfilano ritagli di giornali con violenze tutte attribuite
e compiute da rom, nonché, una ragazza in minishorts verdi rannicchiata
sulle scale inquadrata lato coscia, così tanto per non appesantire
troppo l’occhio di chi guarda.
Brutto, anche se le intenzioni
fossero state oneste, brutto comunque perché viziato; non occorre uno
strizzacervelli (quali?) per capire che qui la violenza contro le donne
è la leva per alzare l’odio contro lo straniero; come in Friuli
l’omicidio di Sanaa da parte del padre fu usato dall’elargitore
di penne per chiedere il censimento degli islamici in regione affinchè
disse: "sia realizzata una mappa del pericolo".
Purtroppo per lui, il
pericolo per le donne viene soprattutto da altre parti.
Se i giovani padani sono
capaci di leggere e scrivere sanno che l’ottanta per cento delle
violenze contro le donne accade in famiglia e non per strada ad opera
di stranieri.
Non occorre dire nient’altro
se non che la strumentalizzazione aggiunge violenza a violenza.
Poi, non vorremmo mica
pensare che il chiasso contro gli stranieri e il silenzio per i nostrani
corrisponda implicitamente ad una legittimazione per le malagrazie di
questi ultimi no?
Ah!: poiché riteniamo
aggressioni anche le espressioni verbali da frasario sessista, se ci
capiterà tra le mani il magnifico gadget propagandistico lo useremo
– lato biro – per stigmatizzare la mai rinnegata esaltazione celodurista
[astratto formato mediante univerbizzazione dall’espressione ce l’ho
duro (locuzione popolare per "sono in stato di erezione"),
utilizzata a partire dagli anni ’90 dal leader della Lega Nord, Umberto
Bossi, per indicare, con un lessico gergale, una pretesa specificità
"virile" del suo partito].
Dopo le partìn cjase,
in famee; no si sa mai che ‘o vedin di doprâle, propi lì, tal
côr da tradizion … lato spray.
Dumbles-feminis furlanis libertaris,
21 gennaio 2010